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Don’t Copy That Floppy 2: seguito del video anti-pirateria del 1992.

La_Pirateria_è_un_reato Nel 1992 fu lanciato il video anti-pirateria Don’t Copy That Floppy uno spot che avrebbe dovuto scoraggiare i giovani dal copiare i giochi. Ora, 17 anni dopo, Software and Information Industry Association (SIIA), presenta il seguito di quel video, Don’t Copy That 2 che ha sempre lo stesso scopo, e cioè mettere in guardia gli utenti circa i mali della pirateria software.

Il metodo usato dai creatori del video per dissuadere gli utenti dalla pirateria, è quello di far leva sulla paura.

Il video mostra le conseguenze del download di contenuti protetti, cose come l’arresto di una madre perché sua figlia è un hacker o un giovane in carcere assediato dai detenuti.

Credo che il video oltre a far ridere, servi a ben poco, e questo dimostra come le varie associazioni che lottano per difendere il copyright siano lontane dalla realtà.

Voi cosa pensate? Il video avrà effetto sui giovani?

8 commenti su “Don’t Copy That Floppy 2: seguito del video anti-pirateria del 1992.”

    1. Izk, loro dicono è che finquando ci sarà la pirateria, i prezzi non potranno mai calare, di conseguenza, se i prezzi non calano, la pirateria non cesserà mai di esistere.

      1. Sorry…ma “loro” chi?
        A memoria mia, il prezzo dei videogiochi viene “giustificato” dalle SH con il costo delle licenze, con le roy da pagare a Sony, Nintendo o MS, con i costi di produzione e distribuzione, magari con una fascia di prezzo imposta dalla distribuzione…sinceramente non ricordo di una SH che abbia addotto la pirateria come causa del prezzo di un proprio prodotto.

        Magari ricordo male io, ma il rapporto prezzi alti/pirateria è qualcosa che esiste solo nella mente del pirata, a giustificazione delle sue azioni.

  1. 1°: “servi a ben poco”? casomai “serva”…

    2°: lzk87, quanti anni hai? mi auguro che tu sia giovane, perchè se invece tu avessi già una certà età dovresti ricordare i listini dei rivenditori di videogiochi di una quindicina di anni fa…e se non li ricordi vai a cercarli, che poi riparliamo di “prezzi alti”… 😉

    1. Sempavor quando ci sono episodi di pirateria, come nel caso della musica o dei film, è normale che i produttori devono aumentare il prezzo per sostenere le spese, e trarne il dovuto guadagno. Se tutti acquistassero copie legali, il prezzo verrebbe ridotto di conseguenza. Non è una regola che vale solo per i video games, ma una legge di mercato, che vale per ogni genere di prodotto.

      Non c’entrerà nulla, ma ti faccio un esempio. A Napoli gli automobilisti pagano i premi assicurativi più alti d’Italia, la giustificazione delle compagnie è che a Napoli si registrano molti più casi di truffe assicurative, quindi di conseguenza il prezzo del premio viene aumentato a tutti per sostenere le spese di chi frega le assicurazioni. Il meracto dei video giochi è globalizzato, ma credo che la regola valga ugualmente.

      1. Se tutti acquistassero copie legali, penso che i prezzi dei videogiochi resterebbero sempre gli stessi.
        Questo perchè al lecito guadagno del produttore devi sommarci roy, diritti, costi di produzione, ecc…
        Se il prezzo dei videogiochi fosse davvero determinato dalla pirateria, nella misura in cui quanto più alto fosse il tasso della pirateria del tal prodotto tanto più alto dovrebbe esserne il prezzo, i videogiochi costerebbero molto di più di quanto costino ora. Molto, molto di più.

        D’altro canto, se la pirateria fosse davvero determinata dal costo eccessivo dei videogiochi, non riesco a spiegarmi come mai un gioco per I-phone del costo di 0,79€ sia stato il protagonista di uno dei casi di pirateria più eclatanti degli ultimi tempi.

        La storia del rapporto prezzi alti/pirateria è una favola.

  2. I prezzi di roy, diritti e il resto, viene coperto dal totale degli introiti, quindi se gli introiti sarebbero maggiori, automaticamente il prezzo potrebbe calare, ripeto, non è una questione dei soli video games, ma una regola di mercato.

    Il prezzo di un prodotto, non significa nulla. Il mese scorso, Moby distribui il suo ultimo singolo gratuitamente, eppure molti utenti invece di scaricarlo gratuitamente lo acquistavano su iTunes, oppure lo scaricavano dalle reti P2P.

    E’ giusto quello che dici, e sono convinto che un gioco anche se costasse 2 euro, l’utente che non vuole pagare, non lo acquista lo stesso. Ma con una politica di costi ridotti, e l’offerta di servizi legati alla copia del gioco, film o album acquistato, con il tempo la tendenza potrebbe cambiare sicuramente.

  3. Costi ridotti, servizi legati alla copia del gioco (qualcuno ha detto DLC?) acquistato…dici bene. Già ci si sta muovendo in quel senso (ma non alla riduzione del prezzo).

    La mia impressione, però, è che finchè piratare sarà tanto facile e senza conseguenze, la situazione no cambierà: è questo il vero problema.

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